Biografia di Julianne Moore
La bellezza e il volto singolari, caratterizzati da una folta chioma rossa e uno sguardo che rapisce, rendono Julianne Moore (nome d'arte di Julie Anne Smith) un'eclettica star hollywoodiana che presta il suo talento ad interpretazioni sia drammatichhe sia comiche.
Nasce a Fayetteville, nel North Carolina, il 3 dicembre del 1960. Si diploma nel 1979, si laurea in Belle Arti presso la Boston University, per poi dedicarsi alla passione per il teatro iscrivendosi alla University School of Performing Arts. Nel 1983 si trasferisce a New York, dove debutta sul palcoscenico recitando in piccole parti nei teatri off-Broadway, intanto si mantiene lavorando come cameriera. Notata da alcuni produttori televisivi, viene ingaggiata per un doppio ruolo nella soap opera Così gira il mondo e per la sua interpretazione viene premiata con un Daytime Emmy Award. Inizia, così, la sua carriera sul piccolo e sul grande schermo, generalmente in ruoli marginali con film come I delitti del gatto nero (1990) di John Harrison, La mano sulla culla (1992) di Curtis Hanson, Body of Evidence - Il corpo del reato (1993) di Uli Edel, Benny & Joon (1993) di Jeremiah Chechick e Il fuggitivo (1993) di Andrew Davis. Presto, così, giungono i primi riconoscimenti importanti, come il Golden Globe e la Coppa Volpi a Venezia (collettiva, perché nella sezione “miglior cast”) ricevuti per la sua prestazione in America oggi (1993) di Robert Altman.
Dopo Vanya sulla 42esima strada (1994) di Louis Malle e Un adorabile testardo (1995) di Peter Yates, nel 1995 riceve un'altra candidatura agli Indipendent Spirit Awards, questa volta come miglior attrice protagonista, per Safe di Todd Haynes, regista con il quale inizia una proficua collaborazione apparendo in tutti i suoi film. Passa, quindi, a parti più consistenti, vedi la commedia Nine months (1995) di Chris Columbus , il biografico Surviving Picasso (1996) di James Ivory, con Anthony Hopkins, ed il fantasy avventuroso Jurassic Park II - Il mondo perduto (1997) di Steven Spielberg. Sempre nel 1997 ottiene la sua prima nomination all’Oscar come migliore attrice non protagonista grazie al personaggio di Amber Waves in Boogie Nights di Paul Thomas Anderson. Nel 1998 è Maude ne Il grande Lebowski dei fratelli Coen ed interpreta Lila Crane nel remake/clone a colori di Psycho diretto da Gus Van Sant. Grandi soddisfazioni nel 1999, quando vince un premio della critica nella commedia La fortuna di Cookie di Robert Altman ed è coperta di premi e nominations per le sue interpretazioni in Un marito ideale di Oliver Parker, viene nominata nuovamente agli Oscar come migliore attrice in Fine di una storia di Neil Jordan e recita in Magnolia di Paul Thomas Anderson.
Dopo altre pellicole, fra cui il thriller Hannibal (2001) di Ridley Scott, nel quale interpreta l'agente dell'FBI Clarice Starling (ruolo di Jodie Foster ne Il silenzio degli innoncenti), il demenziale Evolution (2001) di Ivan Reitman e il drammatico World Traveler (2001) di Bart Freundlich, il trionfo definitivo arriva nel 2002 con Lontano dal paradiso, nuovamente sotto la regia di Haynes, e The Hours di Stephen Daldry. La Moore diventa, infatti, una delle undici persone nella storia dell’Academy ad essere nominata lo stesso anno in due diversi film, rispettivamente come migliore attrice protagonista e migliore attrice non protagonista. Lontano dal paradiso le vale, peraltro, la seconda Coppa Volpi a Venezia.
La sua carriera prosegue con i thriller The forgotten (2004) di Joseph Ruben e Il colore del crimine (2006) di Joe Roth, il mistery I figli degli uomini (2006) di Alfonso Cuarón, l’action Next (2007) di Lee Tamahori, con Nicolas Cage, il controverso Savage Grace (2007) di Tom Kalin e Blindness (2008) di Fernando Meirelles, mai uscito nelle sale italiane. Nel 2009 la vediamo nel thriller erotico Chloe di Atom Egoyan, con Lian Neeson, e in A single man di Tom Ford, con cui ottiene il premio IOMA come migliore attrice non protagonista. Nel 2010 è nell'horror Shelter - Identità paranormali di Måns Mårlind e Björn Stein, con Jonathan Rhys Meyers ed interpreta una madre omosessuale ne I ragazzi stanno bene di Lisa Cholodenko, ruolo che le frutta varie nominations ed un Comedy Film Award come migliore attrice.
Negli anni successivi la vediamo nelle commedie Crazy, Stupid, Love (2011) di Glenn Ficarra e John Requa e Being Flynn (2012) di Paul Weitz. Nel 2012 la sua interpretazione di Sarah Palin nel pluripremiato film TV Game Change le regala un Premio Golden Globe, un Premio Emmy, un Critics' Choice Television Award ed uno Screen Actors Guild Award.
Nel 2013 prende parte al film indipendente diretto ed interpretato da Joseph Gordon-Levitt, Don Jon; interpreta la madre di Carrie in Lo sguardo di Satana - Carrie di Kimberly Peirce. Nel 2014 è protagonista della commedia agrodolce The English Teacher di Craig Zisk; recita al fianco di Liam Neeson dell'action thriller Non - Stop di Jaume Collet-Serra; è al Festival del cinema di Cannes tra i protagonisti di Maps to the Stars di David Cronenberg.